La religione è parola dai molteplici significati, il primo dei quali è quello spirituale. Dovrebbe regolare il rapporto tra l’individuo e la divinità. Alcuni ritengono che meglio si addice a rappresentare questo rapporto la parola “fede”, mentre alla “religione” si deve relegare l’organizzazione gerarchica e politica di una fede. Nel caso italiano questo organismo, che ha addirittura natura giuridica, è il Vaticano ossia l’entità temporale, lo Stato retto da un sovrano, che incarna la “religione” o “fede” che dir si voglia.

Per secoli questo organismo ha condizionato la vita della penisola, ha unificato ed ha tenuto insieme l’Italia. In altre parole i papi sono stati i veri sovrani di buona parte del territorio. Machiavelli descriveva la micidiale caratteristica del potere pontificio così: “capace di condizionare ed impedire ad ogni altro sovrano o signore di unificare l’Italia, non avendo comunque la forza sufficiente per farlo direttamente”. Tant’è che nel 1846 quando salì al soglio pontificio Pio IX si pensò addirittura di affidare al pontefice le sorti dell’Italia e molti stati si dissero d’accordo.

Nei secoli l’influenza del cattolicesimo nella formazione del costume nazionale è stato enorme. La religione ha modellato la morale del popolo e quella delle classi dirigenti, il senso della vita e della morte, del peccato e della colpa, di cui ci si può facilmente liberare con la confessione che reca immediato sollievo.

Nasce in questa atmosfera anche l’ordine dei gesuiti,riconosciuto da papa Paolo III Farnese nel 1540, che della Controriforma furono i più severi guardiani. Un controllo di tipo poliziesco si abbattè su ogni attività artistica e del pensiero, le pene per chi trasgrediva il canone erano durissime, non escluso quello della morte. Ai nostri giorni le cose non sono poi così cambiate. Organizzazione di tipo militare, sottigliezza della dialettica ed uso frequente della ‘doppia morale’ distinguono questa formazione. Francesco De Sanctis affermava: “la morale gesuita è riuscita ad abbassare la morale del popolo, ad avvezzarlo all’ipocrisia, a contentarsi dell’apparenza, negligendo la sostanza”.

Chi è oggi il portatore sano di questo virus? Chi oggi incarna la ‘doppia morale’? Ad esempio, la setta integralista ‘Comunione e liberazione’, anima del partito berlusconiano.

L’applicazione pratica di questo principio è avvenuto di recente, quando il “miliardario ridens” a capo del governo, pur praticando comportamenti indecenti, veniva appoggiato, scusato, addirittura osannato, con argomentazioni piuttosto ingegnose, proprie di un uso sfacciato ed ipocrita della propria morale.

E la chiesa? Da che parte stà? Ma naturalmente, come sempre aveva fatto nel passato. ha assunto posizioni peggiorative rispetto alla società civile. A suo tempo andava bene il fascismo, oggi è ottimo il berlusconismo. Una chiesa che per mediocri vantaggi temporali si comporta immoralmente non può essere la guida etica, ma può pretendere solo una devozione esteriore.

Questo comportamento provoca il consolidamento della logica individualistica e familistica, l’indebolimento del principio di libertà, il servilismo cieco ed assoluto in campo politico e sociale, che conduce al declino di una nazione intera. A suo tempo l’entrata in guerra a fianco dei nazisti, oggi il baratro del debito pubblico con le casse dello Stato vuote e lo spettro della povertà per milioni di italiani, senza speranze per il futuro.

Chi ha provocato tutto ciò? Sono stati: un ‘falso cattolico’, pluri divorziato, frequentatore di prostitute minorenni, padrone di televisioni che hanno corrotto il costume degli italiani, ed i suoi cortigiani, tanti e prezzolati.

Ecco le lore parole d’ordine:

  • arricchirsi, non importa come;
  • fare i propri comodi;
  • consumare le risorse senza indugio;
  • considerare le tasse come un furto;
  • noi siamo la libertà, voi gli oppressori.

Avete forse sentito levarsi da parte della chiesa anche una sola voce contro queste parole?

Io, no!

 

 

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