ShabangShabang » letteratura http://shabang.xoom.it/wordpress Il bauletto virtuale Mon, 06 May 2013 09:00:41 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.4.1 Massimo di informazione = minimo di verità http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/massimo-di-informazione-minimo-di-verita/ http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/massimo-di-informazione-minimo-di-verita/#comments Sat, 15 Sep 2012 07:49:38 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=612 ↓ Read the rest of this entry...]]> Oggi,.tutti sanno tutto, anzi, tutti vedono (credono o s’illudono di vedere) tutto, ma quel tutto è sempre spostato rispetto al centro del problema, Quando sembra che lo governi, che lo possiedi, il tutto ti sfugge dalle ‘mani’ e diventi consapevole che lo devi ricercare, perchè in fondo sai benissimo che ciò che hai scoperto non è tutta la verità. E’ come quando hai finito di leggere il giornale che hai comperato in edicola dopo il caffè mattutino. Sai che le notizie ormai sono ‘vecchie’ e rimani subito in attesa della notizie successive, più fresce, ma sai anche che pure loro sono soggette, appena fruite, di ammuffire. Perchè si entra in questa spirale?

Una spiegazione potrebbe essere che si vuole conoscere il presente per predire il futuro, ma per una previsione corretta, bisognerebbe conoscere la verità del presente, invece tra informazione e verità si è aperta una divaricazione, al massimo dell’informazione oggi corrisponde il minimo di verità.

Personalmente dubito di tutte le informazioni che mi arrivano e le faccio mie solo dopo averle ‘pesate’. Credo infatti che ogni volta va eliminata la ‘tara’, proprio come quando si compera il prosciutto dal salumiere e, dopo averlo mangiato, la carta che lo avvolgeva finisce nel cestino della spazzatura.

La scrematura non è facile, richiede impegno e ragionamento, ma tale sforzo viene ripagato immancabilmente , subito dopo (ore, giorni o mesi che siano), confermando che tale operazione è sempre necessaria.

 

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Mentire per tradire http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/bellone/principi-devono-osservare-la-fede/ http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/bellone/principi-devono-osservare-la-fede/#comments Fri, 08 Jun 2012 15:10:55 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=393 ↓ Read the rest of this entry...]]> Si chiedeva Machiavelli come i prìncipi potessero mantenere la parola data, essere modelli di onestà e lealtà. <<… a un prìncipe non è necessario avere in fatto le soprascritte qualità, ma è ben necessario parere di averle.>>, così rispondeva.

E’ il dilemma dell’apparenza e della realtà; ad un politico non conviene essere sempre il contrario di ‘uomo buono’, di un ‘tipo a posto’, direbbe Oscar Wilde, sarebbe troppo semplice! Occorre esserlo quando conviene, perchè a un prìncipe <<non partirsi del bene potendo, ma sapere entrare nel male, necessitato>>. Non meraviglia se il politico diventa “gran simulatore” e subito dopo un “dissimulatore”. La politica è liberata da qualsiasi ipoteca moralistica ed il tradimento è legittimato al punto che “pensare fuori dal tradimento” equivale a pensare fuori dalla politica.

Come noi italiani abbiamo sperimentato recentemente, è sfumato persino l’elusivo confine tra il tradire nell’interesse del partito e fare lo stesso per motivi egoistici. Tradire è più che mentire o spergiurare, ma il tradimento affascina le menti deboli perchè ha un sua logica. Non si parla forse alcune volte di “arte dell’inganno”?

L’autore de “il principe” diceva anche che , <<… colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare>> ed allora qual è il destino degli onesti?

Recita il Vangelo di Giovanni (13,21-22) <<In verità, in verità vi dico che uno di voi mi tradirà>>. Lo disse Gesù ai discepoli e loro preoccupati: <<Signore, chi è?>> sottointeso: il traditore. Risposta: <<E’ colui al quale io darò il boccone dopo averlo intinto>>. cioè Giuda Iscariota. Ma come in qualsiasi “giallo” che si rispetti, qual è stato il movente di Giuda? Ma certo, sono stati quei ‘trenta denari’ che i sacerdoti del tempio gli avevano promesso come prezzo del tradimento. Supponiamo per un momento che egli avesse scoperto improvvisamente la vocazione di ‘uomo d’ordine’ e volesse collaborare con le istituzioni. Fu ripagato per un lavoro ben fatto, anche se Giuda, pentendosi, restituì i denari ai sacerdoti. Solo chi accetta di stare dalla parte di Gesù può considerarlo un traditore, che merita una condanna, magari con una attenuante generica per aver restituito il malloppo, non fosse che per esigenze di copione.

La sua vicenda tragica, senza assoluzione nè condanna pubblica, può rappresentare una metafora per i politici che oggi siedono in Parlamento. Sorpresi con le mani nel sacco ‘di monete’, prima si scandalizzano perchè qualcuno li ha controllati e poi, schifati, annunciano la loro innocenza, perchè sanno che non verranno mai giudicati, ne è la riprova il continuo ricorso alla legge sull’immunità parlamentare. Ogni volta minacciano di ritirarsi dando le dimissioni. Una messa in scena di ‘suicidio politico’ che loro per primi non faranno mai. Questo comportamento è di chi vuol far solo credere che sarebbero disposti a ritornare ad essere cittadini comuni, ma in realtà sono solo atteggiamenti d’attesa che la burrasca si calmi, per poi riprendere le posizioni abbandonate e continuare imperterriti a comportarsi secondo i canoni del Machiavelli.

Ecco quali sono oggi i prìncipi: la maggior parte dei parlamentari italiani eletti con il porcellum.

Ma sì, ….. dai che li spazziamo via una volta per tutte.

 

 

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Nessuno fallirà. Men che meno l’Italia. http://shabang.xoom.it/wordpress/distribuzioni-linux/nessuno-fallira-men-che-meno-litalia/ http://shabang.xoom.it/wordpress/distribuzioni-linux/nessuno-fallira-men-che-meno-litalia/#comments Sat, 26 May 2012 09:12:20 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=302 ↓ Read the rest of this entry...]]> Portogallo, Italia, Grecia e Spagna  sono state definite dei PIGS, cioè nazioni-maiale, che hanno vissuto negli anni al di sopra delle loro possibilità..

“Abominevole”, dirà qualcuno, ma altri diranno “ ce lo meritiamo e dovevamo aspettarcelo. Prima o poi i nodi vengono al pettine”.

Tutti si chiedono in questo momento se la Grecia fallirà e con essa anche le altre ‘sorelle’.

La maggior parte risponde: “nessuno lo può sapere”. Certo che una situazione del genere non si era mai verificata prima e la sigla PIGS, oltre che ad essere una di quelle ciniche e ‘irresistibili’ freddure anglosassoni, assomiglia maggiormente ad una sentenza già scritta, già condivisa, con la quale si condanna tutta l’Europa del sud a diventare una zona marginale, dimenticata ed impoverita, poco più di una grande colonia turistica.

Distese di ristoranti ed hotel, di campi da golf e di residence in cui i figli di quelle terre saranno costretti a diventare camerieri, custodi e badanti, indossando divise senza stemmi, passando le giornate a versare chardonnay ai nuovi ricchi del mondo, accompagnare settantenni fumosi con le loro borse stracariche di mazze e circuire le loro mogli con la scusa della ‘virilità’ latina.

Nessuno fallirà. Men che meno l’Italia.

Certo che la situazione è grave se guardiamo ai nostri figli ed ai giovani in generale. Quello sopra riportato è uno scenario irreale, che scaturisce, ammettiamolo, da una mente che possiamo definire alquanto fantasiosa. Ma com’è invece la realtà? In quale società stiamo vivendo? Quale futuro potrà mai scaturire da un’intera generazione allevata nella barbarie di una imitazione di democrazia, costretta a rincorrere un simulacro di posto di lavoro. Le risposte sono ardue ma non impossibili.

L’Italia non fallirà, ma i nostri figli sono stati lasciati per anni, un ventennio ragionando al minimo, davanti alla televisione a guardare cazzate su cazzate, ad assistere attoniti all’affermazione pubblica di incapaci, inetti, mentecatti e ladri confessi, mentre tutto attorno stava crollando, prima lentamente poi a rotta di collo.

Nessuno fallirà. Men che meno l’Italia.

Ma gli italiani dovranno avviare una profonda revisione e trasformazione delle loro mentalità, fino a pensare di fare giustizia delle idee, una volta scintillanti ed ora insostenibili, come quelle che hanno reso schiave le persone, impedendo loro di guardare lucidamente al futuro osservandolo con oggettività, e creando illusioni da quattro soldi sparse per anni davanti ai loro piedi. Quando la collettività è composta da persone imbevute come delle spugne di falsi desideri impiantati nelle nostre menti dalla pubblicità martellante delle maledette multinazionali, che presentano un mondo enorme e tagliente, ma vuoto, comico ma nello stesso tempo terribilmente tragico, che porta l’individuo anche al suicidio, allora serve una inversione di tendenza, serve un ripensamento generale sullo sviluppo, sulla sua definizione, sulle modalità per ottenerlo e, per ultimo ma molto più importatnte, sulla direzione che deve prendere la vita dei cittadini.

Il futuro non è più una immensa autostrada vuota e l’economia italiana non è più una rombante Ferrari a dodici cilindri, A noi ed ai nostri figli è toccata in sorte una stradina stretta da percorrere con una utilitaria, come quelle diffusissime negli anni ’50 e ’60 :) , da guidare in mezzo ad un traffico infernale.

Nessuno fallirà. Men che meno l’Italia.

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“I promessi sposi”: metafora italiana http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/i-promessi-sposi-metafora-italiana/ http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/i-promessi-sposi-metafora-italiana/#comments Fri, 25 May 2012 09:33:24 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=299 ↓ Read the rest of this entry...]]> Siamo nel capitolo V, fra’ Cristoforo sale al palazzo di Don Rodrigo per distoglierlo dal progetto di prendersi per il suo capriccio la promessa sposa Lucia Mondella. Entra e raggiunge la sala da pranzo dove il signorotto, in casa sua, seduto a capo tavola, è circondato da una serie di ‘amici’ che lo omaggiano e lo riveriscono, evidenziandone il potere personale e soprattutto il grado di sudditanza degli ospiti. Chi sono costoro? Attilio, suo cugino, compagno di libertinaggio e soverchieria, il signor Podestà, colui a cui sarebbe toccato fare giustizia e far stare a dovere il ‘padrone di casa’ e per ultimo il dottor Azzecca-garbugli, che, come conoscitore delle leggi, avrebbe dovuto intervenire in difesa di Lucia Mondella e del suo fidanzato Renzo Tramaglino.

Ecco quindi una scena, vista, letta e rappresentata ormai troppe volte dal cinema e dalla letteratura, in cui chi rappresenta il potere siede a tavola, ride, beve e gozzoviglia con quelli che dovrebbero difendere gli umili dalla sua diretta arroganza. Del romanzo manzoniano, pur studiandolo a scuola all’età di tredici anni circa, se ne coglie il valore solo in età matura (in genere) e se ne afferra per intero la grandezza.

Qui sopra viene rappresentata  l’eterna Italia, dove si diventa servi per necessità e dove i furbi e gli arroganti plasmano le leggi secondo i propri voleri e i propri interessi.

 

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La libertà dei cittadini e quella dei servi http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/la-liberta-dei-cittadini-quella-dei-servi/ http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/la-liberta-dei-cittadini-quella-dei-servi/#comments Thu, 24 May 2012 08:54:19 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=262 ↓ Read the rest of this entry...]]> Come mai la storia dimostra che agli italiani ha sempre importo assai poco della libertà, fino ad avervi più volte rinunciato senza eccessive preoccupazioni?

Questa domanda potrebbe sembrare fuori luogo agli occhi di un superficiale visitatore straniero. A detta di molti di loro infatti l’Italia appare come uno dei Paesi dove la libertà abbonda, anzi straripa. Molti costruiscono una casa dove è proibito, molti saltano i semafori perchè si annoiano ad aspettare il ‘verde’, molti non pagano le tasse, dicono: “i soldi meglio tenerseli”, molti gettano i rifiuti sulla strada, sulle spiagge, nei boschi, insomma dove capita. Il tutto rimanendo impuniti. Non sono queste altrettanti manifestazioni di libertà? Una libertà talmente sconfinata e come tale sconosciuta alla maggior parte degli stranieri.

La verità è che il concetto di libertà, anzi la stessa parola <<libertà>>, può avere molteplici espressioni. Si è cercato infinite volte nel corso dei secoli di dargli una definizione appropriata.

C’è un elemento comune a tutte queste definizione, lo stesso che si trova nella canzone ‘La libertà‘ cantata da Giorgio Gaber su parole di Sandro Luporini: “la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”. Il punto di contatto in questo caso sta con ciò che ha scritto Antonio Gramsci in ‘Passato e presente‘ sulla cattiva qualità dell’individualismo italiano.

Questo individualismo è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva [...] significa forse non essere <<partigiani>>, non appartenere cioè a nessun gruppo costituito? [...] Niente affatto. Significa che al partito politico o al sindacato [...] si preferiscono forme organizzative di altro tipo, anche di tipo malavitoso, e precisamente : le camorre, le mafie, le cricche, le confraternite, le sette, le corporazioni. L’interesse privato che fogocita tutto.

Maurizio Viroli, in un recente saggio, scrive che esistono due tipi di libertà: ‘quella dei servi e quella dei cittadini’. La libertà del servo o del suddito consiste nel non essere mai ostacolato nel perseguimento dei propri fini.

La libertà del cittadino consiste invece nel non essere sottoposti al potere arbitrario o enorme di un uomo o di alcuni uomini.

Recentemente in Italia si è affermato un potere enorme e, solo per il fatto che questo potere esista, rende gli italiani servi.

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Apologo sull’onestà nel paese di corrotti http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/apologo-sullonesta-nel-paese-di-corrotti/ http://shabang.xoom.it/wordpress/pensiero-intransigente/apologo-sullonesta-nel-paese-di-corrotti/#comments Thu, 24 May 2012 07:35:11 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=258 ↓ Read the rest of this entry...]]>

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, nè che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati [...] e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. [...]

Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva di applicare le leggi, provocando qualche piccolo terremoto in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino ad allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi, il sentimento dominante anzichè di soddisfazione per la rivincita della giustiziz, era il sospetto che si trattasse di un regolamaento di conti di un centro di potere contro un altro centro di potere. [...]

In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto, gli onesti erano i soli a farsi sempre degli scrupoli. A chiedersi ad ogni momento che cosa avrebbero dovuto fare.

Questa favola di Italo Calvino, riproposta solo in parte e pubblicata in prima pagina sul quotidiano ‘La Repubblica‘ il 15 marzo 1980 con il titolo di ‘Apologo sull’onestà nel paese di corrotti‘, sembra scritta ieri, come si usa dire. Invece sono passati oltre trent’anni. Molte cose sono cambiate in italia, ma solo sulla superficie delle cose. Giù, nel profondo, tutto è rimasto come lo scrittore denunciava.

Vorrei ricordare una frase di Corrado Alvaro in proposito: La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.

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La pioggia nel pineto http://shabang.xoom.it/wordpress/cultura-classica/la-pioggia-nel-pineto/ http://shabang.xoom.it/wordpress/cultura-classica/la-pioggia-nel-pineto/#comments Fri, 18 May 2012 16:44:28 +0000 shabang http://shabang.xoom.it/wordpress/?p=166 ↓ Read the rest of this entry...]]> di Gabriele D’Annunzio

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s’ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l’erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c’intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione 

 

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