Chi potrà in futuro governare il mondo? Quale sarà la nuova superpotenza che lo guiderà (sottometterà)? Si parla di un nuovo ordine mondiale, ma chi indirizzerà le nuove richieste planetarie? Sappiamo che la Storia tende a ripetersi, ma sappiamo anche che ha molta più immaginazione di qualsiasi romanziere.

Gli Stati Uniti resteranno forse ancora per molto tempo la prima potenza militare, tecnologica, finanziaria, politica e culturale del pianeta, ma quasi sicuramente inizieranno a regredire, almeno in valori relativi, e come in passato i fiamminghi, i veneziani, i genovesi, gli inglesi, hanno sostituito chi c’era prima di loro, anche gli americani saranno sostituiti da un un nuovo ‘cuore’ pulsante.

Oggi, nè l’ONU, nè il G8, nè il G20 sembrano in grado di diventare il soggetto garante del governo del mondo. Nessun paese e nessuna alleanza avrà i mezzi per farlo, perchè dovrebbe avere le capacità di gestire ed eventualmente reagire a qualsiasi minaccia che pesasse sull’umanità. Nessuno sarà in grado di affrontare i problemi sistemici del mondo.

L’arroganza dei mercati, le crisi devastanti, i disordini ecologici e tecnologici, la proliferazioni delle armi, l’economia criminale, ecco cosa c’è sul tappeto.

Lo scenario è particolarmente complicato, ma se volessimo immaginare cosa succederà su scala planetaria, possiamo fare riferiemento a ciò che si è conosciuto su scala nazionale agli inizi del XX secolo. La situazione è molto simile. Anche allora si stavano verificando profondi cambiamenti in ogni campo dell’umano vivere.

Due ideologie, ambedue totalitarie, come sempre hanno fatto, sembrano affacciarsi sulla scena, quella “localista” e quella “religiosa”. La prima, arroccata nei propri territori, avrà l’ambizione di governare il mondo con la forza, anche militare, la seconda, avrà gli stessi obbiettivi, ma li perseguirà con la propaganda e la dottrina, inserendosi nell’ideologia attualmente imperante: la democrazia.

Apparentemente nulla sembra annunciare che tali ideologie possano in breve tempo evolvere fino ad arrivare ad un controllo mondiale. Oggi, con Obama, sembrerebbe che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di modificare l’attuale situazione. Essi dominano i mercati globali e all’occorrenza sono i ‘gendarmi del mondo’. L’Europa e le nuove potenze Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Nigeria, sono troppo prese dai loro problemi interni. Il solo pensare ad uno scenario globale di potenza li mette in crisi.

Tutto fermo, ed allora? Ma no, qualcosa si muove. C’è indubbiamente una difficoltà relativa ‘al pensare’ ed una relativa all’agire. Occorre creare nuove immagini, possibilmente nitide, dei nuovi scenari mondiali e poi prendere delle decisioni coerenti e sagge. Certo, non si tratta di riformare uno stato, non si tratta di prendere la ‘bastiglia’, non c’è da rimpiazzare un sovrano, non ci sono ministeri o palazzi da occupare e dittatori da rimuovere. Non si può pensare ad un governo mondiale secondo i canoni tradizionali, occorre pensare diversamente, occorre appunto porre la ‘immaginazione al potere’.

Serve orientare le organizzazioni oggi esistenti verso un comportamento idealmente consono con gli ideali cui si deve tendere. L’ONU va riformato e andrebbe posto al di sopra di tutti gli altri Enti esistenti, dalla Banca Mondiale al FMI, dall’UNESCO alla FAO e chi più ne ne metta. Dovrebbe esistere un testo generale che affermi la centralità di tutta l’umanità e la solidarietà come valore supremo della specie umana. Dobbiamo incamminarci sulla strada giusta. Prima o poi i risultati saranno tangibili.

 

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