La via d’ingresso alla conoscenza passa per quelle sole zone della nostra superficie corporea che sono il risultato dell’evoluzione biologica e che abbiamo battezzato con l’espressione recettori sensoriali.
Non possiamo far altro che percepire il mondo esterno mediante un corredo dato di recettori
biologici. Questo all’inizio. E poi? Molte cose sono dovute accadere prima che gli adulti imparassero a fabbricare con le mani quegli oggetti che chiamiamo manufatti, e moltissime altre cose sono poi successe prima che dal mondo dei manufatti emergessero infine quelle strutture materiali che funzionano come amplificatori del nostro comune corredo di
recettori sensoriali o come veri e propri sensori artificiali: occhiali e radiotelescopi, termometri e orologi.
Non ho problemi quando dico che gli occhiali sono protesi..Servono per un uso definito e migliorano, quando sono necessari, il rendimento degli occhi. Debbo però ammettere, se ci penso un poco, che non sono certo nel dire che anche il mio orologio da tasca è davvero una protesi o un amplificatore: protesi di quale organo di senso, amplificatore di che cosa?
La situazione in cui mi trovo quando penso a una clessidra o a un Omega da taschino è infatti diversa da quella in cui mi colloco quando debbo inforcare gli occhiali per leggere un libro o uso un piccolo telescopio per vedere i crateri della Luna. So già, infatti, che i miei occhi hanno difetti e limiti. E so, anche, che le mie retine sono irritate da segnali e che questi segnali sono radiazioni “luminose”..So, quindi, di che cosa sto parlando se descrivo gli occhiali o un piccolo telescopio alla stregua di protesi da applicare con successo ai miei sensori visivi. Ma l’orologio? No, non ho sensori, ho solo la percezione del tempo che passa, ma il recettore sensoriale preposto, qual è? dov’è?

Enrico B.

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