Si chiedeva Machiavelli come i prìncipi potessero mantenere la parola data, essere modelli di onestà e lealtà. <<… a un prìncipe non è necessario avere in fatto le soprascritte qualità, ma è ben necessario parere di averle.>>, così rispondeva.

E’ il dilemma dell’apparenza e della realtà; ad un politico non conviene essere sempre il contrario di ‘uomo buono’, di un ‘tipo a posto’, direbbe Oscar Wilde, sarebbe troppo semplice! Occorre esserlo quando conviene, perchè a un prìncipe <<non partirsi del bene potendo, ma sapere entrare nel male, necessitato>>. Non meraviglia se il politico diventa “gran simulatore” e subito dopo un “dissimulatore”. La politica è liberata da qualsiasi ipoteca moralistica ed il tradimento è legittimato al punto che “pensare fuori dal tradimento” equivale a pensare fuori dalla politica.

Come noi italiani abbiamo sperimentato recentemente, è sfumato persino l’elusivo confine tra il tradire nell’interesse del partito e fare lo stesso per motivi egoistici. Tradire è più che mentire o spergiurare, ma il tradimento affascina le menti deboli perchè ha un sua logica. Non si parla forse alcune volte di “arte dell’inganno”?

L’autore de “il principe” diceva anche che , <<… colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare>> ed allora qual è il destino degli onesti?

Recita il Vangelo di Giovanni (13,21-22) <<In verità, in verità vi dico che uno di voi mi tradirà>>. Lo disse Gesù ai discepoli e loro preoccupati: <<Signore, chi è?>> sottointeso: il traditore. Risposta: <<E’ colui al quale io darò il boccone dopo averlo intinto>>. cioè Giuda Iscariota. Ma come in qualsiasi “giallo” che si rispetti, qual è stato il movente di Giuda? Ma certo, sono stati quei ‘trenta denari’ che i sacerdoti del tempio gli avevano promesso come prezzo del tradimento. Supponiamo per un momento che egli avesse scoperto improvvisamente la vocazione di ‘uomo d’ordine’ e volesse collaborare con le istituzioni. Fu ripagato per un lavoro ben fatto, anche se Giuda, pentendosi, restituì i denari ai sacerdoti. Solo chi accetta di stare dalla parte di Gesù può considerarlo un traditore, che merita una condanna, magari con una attenuante generica per aver restituito il malloppo, non fosse che per esigenze di copione.

La sua vicenda tragica, senza assoluzione nè condanna pubblica, può rappresentare una metafora per i politici che oggi siedono in Parlamento. Sorpresi con le mani nel sacco ‘di monete’, prima si scandalizzano perchè qualcuno li ha controllati e poi, schifati, annunciano la loro innocenza, perchè sanno che non verranno mai giudicati, ne è la riprova il continuo ricorso alla legge sull’immunità parlamentare. Ogni volta minacciano di ritirarsi dando le dimissioni. Una messa in scena di ‘suicidio politico’ che loro per primi non faranno mai. Questo comportamento è di chi vuol far solo credere che sarebbero disposti a ritornare ad essere cittadini comuni, ma in realtà sono solo atteggiamenti d’attesa che la burrasca si calmi, per poi riprendere le posizioni abbandonate e continuare imperterriti a comportarsi secondo i canoni del Machiavelli.

Ecco quali sono oggi i prìncipi: la maggior parte dei parlamentari italiani eletti con il porcellum.

Ma sì, ….. dai che li spazziamo via una volta per tutte.

 

 

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