Qualche anno fa quando era stato reso disponibile Joomla!, la comunità degli sviluppatori di siti web che per primi l’avevano provato, hanno tirato un sospiro di sollievo. Finalmente era disponibile per tutti un software in grado di gestire la pubblicazione e l’aggiornamento di un sito internet con notevole semplicità. Ma ben altri erano i vantaggi di un suo utilizzo. Soprattutto era dotato delle quattro “libertà fondamentali” affinchè un software possa definirsi libero, cioè:

  1. Libertà 0
    Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo.
  2. Libertà 1
    Libertà di studiare il programma e modificarlo
  3. Libertà 2
    Libertà di ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo.
  4. Libertà 3
    Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio.

Secondo Richard Stallman e la Free Software Foundation da lui fondata, un software si può definire libero solo se l’utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l’altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso, aspetto quest’ultimo da non sottovalutare.

Ora, il fatto che questo sofware sia libero di essere fatto circolare senza restrizioni, fino a poterlo anche modificare per migliorarlo, ha significato che si costruisse tutto attorno una rete di conoscenze da condividere, senza le quali sarebbe stato impossibile creare quel successo per cui ormai milioni di persone in tutto il mondo ne utilizzano con soddisfazione il codice per diletto, studio o lavoro.

 

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