Galileo aveva ipotizzato nel ‘Dialogo sopra i due massimi sistemi’ un’idea rivoluzionaria per quel tempo: i cittadini si sarebbero dovuti riconoscere in base alle loro ‘competenze’ senza barriere religiose, di razza e di genere. La ‘comunità scientifica’ era di là da venire (comparirà solo nell’Ottocento), ma già si stavano buttando le basi per il futuro, che con mille impedimenti, avrebbero costituito lo scheletro del sentire scientifico e del vivere moderno.

Il problema era ed è la formazione degli ‘esperti’, di coloro cioè che, nella specialità da loro scelta, eccellono per competenza. Ciò riporta all’educazione ed all’insegnamento che nella scuola e nell’università formano i giovani. Esistono però anche le ragioni per una sana ‘divulgazione’ della conoscenza che i ‘media’ solitamente adottano per rivolgersi alle persone adulte, che hanno ormai oltrepassato l’età scolare e che, pur inconsapevolmente, chiedono di essere tenuti aggiornati.

Troppo spesso, però, riscontriamo nella divulgazione dei ‘media’ una piatta sottomissione ai voleri dettati, come sosteneva John Milton, dalla ‘tirannide papale’ e della chiesa cattolica, con procedimenti simili a quelli in uso al tempo di Galileo, che rispondono ad una cieco uso del potere. Una eccessiva insistenza sugli aspetti scandalistici dell’impresa tecnico-scientifica, dimenticando la paziente fatica dei ricercatori che rendono quegli ‘scandali’ possibili. La sensazione è che gli interventi vengano eseguiti solo per il piacere di mettere dei paletti, di limitare il campo d’azione e, quindi, per controllare. La scienza è per definizione insofferente a qualsiasi forza che la costringa in confini precostituiti, pur non sottraendosi alla critica ed alla contestazione. Questa regola è già presente nel suo DNA, ma se esistessero ostacoli sul proprio cammino, ha anche il compito di eliminarli. Cosa c’è di meglio per qualsiasi creazione dello spirito umano di venire criticata, contestata o revisionata? Ciò è sinonimo di vita interiore, ma, lascirsi morire a casa propria perchè non si è assolutamente sicuri che non ci sia qualche pericolo in agguato per la strada, è di per sè una condanna ad un perpetuo stato di non azione, che non può essere accettato, soprattutto anche perchè sarebbe il principale scopo di chi ‘mette i bastoni tra le ruote’.

Quando esiste una entità sociale creata dagli uomini, incontrollabile, che ostacola sul nascere ogni tentativo divulgativo, perchè cozza con la propria egoistica visione del mondo, allora l’impresa tecnico-scientifica risulta quasi espropriata della sua essenza.

Bisogna lavorare instancabilmente per contrastare questo disegno della ‘nuova contro-riforma’. Molte persone oggi sono ‘specialisti’ troppo ‘ignoranti’ per consegnare il futuro della specie umana nelle mani di sedicenti scienziati ‘credenti’, che fanno il gioco delle gerarchie cattoliche, come quel tal professore a capo del CNR, costretto a dimettersi e venuto agli onori della cronaca quanche tempo fa, per prese di posizione demenziali. Aveva equiparato la tragedia vissuta dalle popolazioni per un terremoto (non l’ultimo in Emilia-Romagna, ma quello in Giappone di qualche mese fa appunto) ad un castigo divino.

Dobbiamo liberarci dell’ingombrante presenza degli eredi che hanno condannato Galileo.  ‘Al rogo’ … ‘Al rogo’:-)

Quando la chiesa cattolica sarà un ectoplasma, allora Galileo, dal profondo di una dei gironi infernali in cui è stato relegato, eseguirà con noi, uomini del ‘libero pensiero scientifico’, più e più ‘salti di gioia’ gridando:<< chi non salta … è, è>>

 

 

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