A tutti è noto che le opere dell’intelletto vanno tutelate, ma è un errore fare di tutta l’erba un fascio e non considerarle singolarmente per evidenziarne l’utilizzo e le ripercussioni che ogni opera ha sugli altri individui e sull’intera società. Se quindi analizziamo la questione dal punto di vista etico, le opere vanno divise, secondo Richard M. Stallman, in tre categorie: “funzionali“, “testimoniali” e “personali“.

Fanno parte della prima categoria:

  • tutti i libri di testo
  • tutti i dizionari
  • tutti i programmi informatici

Alla seconda categoria appartengono::

  • relazioni scientifiche
  • documenti storici

Dell’ultima categoria fanno parte tutte le opere di espressione personale quali:

  • diari
  • resoconti
  • autobiografie

Delle tre categorie solo i documenti apparteneti alla prima dovrebbero garantire i diritto illimitato alla creazione di versioni modificate, mentre per la seconda e la terza tale diritto dovrebbe essere regolamentato a seconda della volontà dell’autore. Infatti modificare un documento appartenente alla categoria “testimoniali” potrebbe significare anche stravolgerne completamente il contenuto e alterare uno solo dei documenti appartenenti alla terza categoria (personali) significherebbe mutare i ricordi ed il punto di vista dell’autore.

Indipendentemente dalla categoria di appartenenza, dovrebbe essere consentita la libertà di copia e redistribuzione “non commerciale” di qualsiasi opera.

Consentire per esempio agli utenti di internet di generare copie di una canzone, di un libro o di un film da distribuire in ambito privato, dovrebbe essere consentito da ogni norma vigente. Dal punto di vista etico è insopportabile che lo stato con leggi liberticide, si frapponga tra un privato cittadino (l’utente) ed un altro privato cittadino (l’amico). Solo uno stato di polizia potrebbe impedirlo.

Questa è l’interpretazione etica, ma in realtà, l’interpretazione legislativa, come si colloca nel vita normale dei cittadini?

Ecco dove sta il punto. Spostando la visione dalla questione etica alla questione legislativa, vediamo un’altra realtà, quella repressiva. I tribunali continueranno ad interpretare le norme attuali, anche in forma più restrittiva del dovuto, perchè è così che tali norme sono state volute dagli editori. Con il passare degli anni essi hanno influenzato, tramite i loro centri di potere, i politici di turno (l’hanno fatto in ogni parte del mondo), costruendo una rete di leggi, legginie, con capitoli, paragrafi, comma e sottocomma, atti ad imbrogliare qualsiasi tentativo di libertà.

Se poi ci limitiamo a considerare il caso della prima categoria e dei programmi informatici, il cosiddetto software per i computer, diventa evidente che la possibilità di eseguire delle copie e di condividerle, è non solo eticamente plausibile, ma lo dovrebbe essere anche legislativamente. Perchè mai si dovrebbe considerare equiparabile un contratto per l’uso di un terreno ad un contratto per l’uso di un Sistema Operativo per i computer? Eppure è di questo che si tratta.

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