Rapporto dell’incontro di Giulio Giorello con gli studenti (1998)
Giorello: Mi presento, sono Giulio Giorello, insegno Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano e normalmente non mi occupo di Fede e ragione, cioè non mi occupo dell’argomento di cui parliamo oggi. Allora come mai ci sono finito dentro? Mi sembra giusto dirlo. Ci sono finito dentro in veste, come dire, di imputato, perché un giorno il mio amico, il teologo Bruno Forte, di Napoli, mi ha coinvolto in un libro che ha scritto per l’editore milanese, Raffaele Cortina, che si intitolava Trinità per atei, cioè come spiegare la Trinità, se mai la Trinità si può spiegare, a gente che non solo non crede nella Trinità, ma non crede forse nemmeno in Dio. E appunto, volendo scrivere un libro Trinità per atei,Bruno aveva bisogno di alcuni atei con cui dialogare. Allora ha beccato Vincenzo Vitiello, Massimo Cacciari e il qui presente. Quindi noi abbiamo fatto un po’ quelli che dovevano dare a Forte le battute, come si fa nelle comiche, dove c’è il comico di base e poi ci sono quelli che gli danno la battutina per poter far successo. E noi ci siamo presi appunto il compito di fare da spalla come si dice in gergo teatrale. Ne è venuto fuori un dialogo molto strano, nel senso che da una parte Bruno Forte ha scoperto che dentro di lui, sotto sotto, covava ogni tanto un piccolo ateo, e forse gli atei hanno scoperto che dopo tutto la religione, o meglio il mondo della fede, gli interessava. Allora la nostra sfida di oggi è di cercare di vedere se riusciamo a interessarci di questo, ancora una volta non scegliendo soltanto i temi generali, ma provando a vedere come anche un tema così diverso dai soliti si può incarnare e realizzare in degli oggetti, per esempio, che hanno avuto una portanza simbolica. Non so, la croce, per esempio, ha una portata simbolica, credo molto forte. Non solo, ma come anche ha mosso la fantasia di artisti, di poeti, di registi cinematografici. Cominciamo con una scheda, in cui vedremo un pochettino come questi temi si realizzano in immagini, forse hanno una presa sul pubblico più forte che il discorso.
……….Si visiona la scheda.
Giorello: Beh quello che abbiamo visto era il montaggio di due film differenti. Uno è il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini e l’altro invece è un musical Jesus Cristh Supestar. Perché li abbiamo messi insieme? Li abbiamo messi insieme perché mettono in contrasto due aspetti della tradizione religiosa a cui noi siamo maggiormente abituati, che è il cristianesimo. Non dico che sia l’unica religione, questo mi sembra evidente, insomma, anche nel nostro paese, però è senza dubbio quella che ha più marcato la nostra civiltà, il nostro modo di pensare, il nostro modo di parlare. E ci sono due aspetti che sono fortemente in contrasto nei due spezzoni, che avete visto. Pasolini insiste sul dolore, sulla sofferenza, sulla tragedia senza sbocco.
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