Tutti lo pensano: il medioevo fa paura. Tra Inquisizione, peste, carestie, torture e angherie varie, quando oggi si pensa al medioevo, ci assale un senso di terrore. Anche nel nostro vivere quotidiano ogni volta che ci troviamo di fronte a casi d’ingiustizia, arretratezza, ottusità, ignoranza, inefficienza, prevaricazione e violenza il commento che ci viene spontaneo è: << roba da medioevo.>>. Il medioevo ci viene in aiuto per costruire similitudini, ad esempio, parlando di università, i professori sono “baroni” e i luoghi in cui esercitano il loro dominio sono “feudi”, questo perchè ci troviamo di fronte ad un sistema assai ingiusto, un sistema feudale appunto.

L’interpretazione secondo la quale il medioevo è il tempo delle tenebre è abbastanza diffusa e ciò ha un impatto considerevole sul nostro modo di pensare fino a farci ritenere che, secondo alcune scuole di pensiero, il medioevo è alle nostre porte. La sensazione che l’umanità stia ritornando al medioevo è presente, basta fare un giro sul web.

Crisi sociali, assenza di valori morali, inquinamento, scontro tra civiltà, riscaldamento del pianeta e non ultimo l’affacciarsi di malattie sconosciute fanno ritenere esatta l’ipotesi che il mondo stia peggiorando anno dopo anno ed alcuni addirittura ritengono imminente la “fine del mondo”. Questo modo di pensare è sempre più diffuso, ma perché? Perché purtroppo molti fra coloro che giudicano negativamente l’epoca in cui viviamo, paragonandola con disgusto al medioevo, nutrono l’idea di una continua decadenza contemporanea imprigionati ed incapaci come sono di abbandonare vecchi e nuovi pregiudizi, contrapponendo l’idea illuminista e positivista del continuo progresso della specie umana ad una idea oscurantista che presenta e mantiene una negatività della conoscenza e del sapere, come ad esempio negando l’evoluzionismo con i ‘se’ ed i ‘ma’ (Evoluzione e chiesa cattolica).

Ma il medioevo significa anche “crociate” ed è avvenuto di recente che alcuni movimenti cristiani tradizionalisti e la stessa amministrazione americana (Bush) hanno pensato e parlato di uno scontro tra mondo cristiano e mondo arabo proprio come se si trattasse della”decima crociata” (le altre nove risalgono all’epoca medioevale). Niente più che prese di posizione dettate da un sentimento di odio razziale e religioso con venature di grossi interessi economici da salvaguardare. Dunque, anche scontro di civiltà.

Ma la chiesa cattolica e il Vaticano, come si collocano in questo scenario di “guerra santa”? La Santa Sede ha osteggiato con tutti i mezzi diplomatici l’entrata in guerra contro l’Iraq e si è ben guardata dal considerare la missione guidata dagli Stati Uniti d’America come una “crociata”. Se non l’avesse fatto avrebbe giustificato una presunzione teocon [1] di considerare il conflitto anche come una guerra di religione. Ma, nel 2006 papa Benedetto XVI durante una lezione all’università di Ratisbona, aveva ribadito il concetto che il carattere non ragionevole di una fede che pretende di affermarsi con la violenza, non era condivisibile. Dunque, Islam e ji-had, citati direttamente, Cristianesimo e crociata, taciuti. Il giudizio sulla ji-had chiaro e limpido, quello sulla crociata non espresso ovvero mancante.

[1] Il termine teocon è stato usato (anche in Italia a partire dal 2004, fuori dell’ambito culturale statunitense di riferimento primario del termine), per indicare alcuni movimenti cattolici o persone di orientamento cattolico e conservatore. Tra questi, Comunione e Liberazione, l’Opus Dei e i Legionari di Cristo.

 

 

 

Related posts:

  1. Immaginazione al potere
  2. Un cervello indifeso
  3. Solo tre cose non servono alla scienza
  4. Il sogno di Galileo
  5. Il “Copyright”, questo sconosciuto.